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Effimera
Giochi di sguardi, delicate movenze e qualche incertezza tipica dei primi approcci per raccontare, come in una danza, l’ineluttabilità delle relazioni umane che non possiamo fare a meno di vivere nonostante la loro caducità ed i segni profondi che lasciano.
Da qui il nome dell’opera: Effimera.
La narrazione è affidata esclusivamente ai gesti dei personaggi. Il testo scompare per fare del disegno l’unico veicolo narrativo, segno delle influenze di opere come il “Gon” di Masashi Tanaka,“L’approdo” di Shaun Tan e i lavori di Thomas Ott.
La storia,realizzata in occasione della quinta edizione del Premio Letterario Nazionale Città di Ascoli Piceno, è ora stampata in edizione numerata.
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